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Riflessioni di una 32enne








 Navigando nei miei post del mio povero blog abbandonato, ho trovato questo post nelle bozze, mai pubblicato, scritto e pentita forse...però non l'avevo cancellato. Il periodo .. fine 2013.. visto che il titolo era : Riflessioni di una quasi trentenne! Oggi che ne ho 32 noto, purtroppo, che non c'è limite al peggio. Le cose non sono cambiate ... Non un lavoro degno di questo nome, non ancora una famiglia (fanculo la Lorenzin), alla domanda ''Come stai?'' sono tentata di rispondere ''Empty''.

... e quello che ti frega è che non ci pensi o, se lo fai... è un pensiero latente.. Poi un bel giorno ti svegli e guardi sempre più demotivata al futuro, quel futuro del BIPPP che in realtà è già il tuo presente, e allora cambi direzione e sempre più spesso è al tempo trascorso che guardi e incominci a interrogarti, analizzarti e confrontarti con il resto del mondo. Incominci a pensare che forse non hai concluso un BIPPP nella tua vita, in quelli che dovrebbero essere stati i migliori anni, pensi che non hai mai veramente fatto ciò che volevi, che il dovere ha sempre prevalso su ciò che ti piaceva e ti rendeva davvero felice. Pensi...accidenti, ho dovuto spegnermi così tante volte da non riuscire più a bruciare.
Scuola, università...esami, notti in bianco e ore di vita sprecate...e si BIPPP sono sprecate, qualcuno dirà di no..infondo ti sei fatta una cultura..bella soddisfazione! La cultura non ti sfama....
Era meglio tagliare capelli, truccare le spose o meglio ancora darsi all'agricoltura, che almeno avresti avuto di che mangiare e saresti vissuta a contatto con la natura e, la sera, stanca morta, saresti andata a letto contenta.
Invece lo studio no, il lavoro intellettuale non da pause, non da riposo...è come stare in apnea, prendi un respiro tra un impegno e l'altro e sai che è solo quello che puoi avere prima del prossimo dovere. Il lavoro mentale, lo studio, te li porti a casa, ritrovandoti mentre fai il tuo turno delle pulizie a pensare a quella ricerca che non da i risultati sperati, a quell'integrale che non ti riesce o quella normativa che non riesci a memorizzare.
E poi non dimentichiamo la parabola dei talenti, un bel mattino ti torna in mente anche quel ricordo di un catechismo lontano. Senti di aver sprecato i tuoi talenti, di non aver coltivato le tue predisposizioni naturali, di averle gettate tra le spine...il tutto in nome del dovere, del cosa è più saggio ed economico fare.
Forse in realtà non li hai riconosciuti, o forse non hai voluto, creduto davvero in quelle doti che ti dicevano di avere. Non mi piace mai niente abbastanza da desiderare di farlo per sempre.
Ho un carattere terribile lo so, ma è la verità, sono incostante, mi annoio, quando ne so abbastanza di qualcosa voglio cambiare...come la voglia di cioccolato, lo assaggi, lo gusti ma troppo ti nausea e cerchi altri sapori.

8 commenti:

Nick Parisi. ha detto...

In realtà tu non hai sprecato niente, è questo tipo di società che sta sprecando gente come me, te e tanti altri.

Patalice ha detto...

lo spreco è un'altra cosa...

Missartemisia1984 ha detto...

Grazie Nick, hai ragione ma intanto ci si sente impotenti di fronte a ''questa società''...

Missartemisia1984 ha detto...

Patalice, vorrei crederci nuovamente in modo pieno come 12/ anni fa... A volte i momenti di sconforto sono talmente forti che ti portano a straparlare e rinnegare tutta una vita, mettere in discussione tutto...

Alfa ha detto...

Giungo qui dopo aver letto anche delle disavventure col blog.
Concordo con Nick qui sopra che è la società a sprecare talenti e capacità in modo vergognoso.
Lo scoramento ci sta tutto, ma alla fine sei tu l'unica che può dire se ne è valsa la pena, se forse non è stato tutto e solo tempo sprecato, se queste esperienze e questi anni ti hanno insegnato qualcosa.
E poi voglio confessarti una cosa, in segreto che tanto non ci sente nessuno: se potessi tornare a 32 anni firmerei all'istante.
Non perché sia scontento di come sto adesso, né perché allora stessi meglio, ma perché quella tra i 30 e i 40 secondo me è l'età migliore. Non hai più le ingenuità della giovinezza, ma non hai ancora i pesi degli anni che seguono.
Per cui, se vuoi darmi retta, goditi gli anni che hai ora, con tutte le difficoltà che hai e non smettere di lottare per trovare la tua strada.

Un'ultima cosa: scusa il commento prolisso...

Missartemisia1984 ha detto...

Ciao Alfa, ovviamente qualcosa da salvare c'è, se non utilità economica e lavorativa derivante dagli anni dell'università, un arricchimento in termini di esperienze e di rapporti umani sicuramente. La mia età non mi dispiace in realtà, e qui mi accodo a te a Nick, è alla società che non piace ahahahah.
In ambito lavorativo una donna 32enne, in età fertile, non è utile neanche allo sfruttamento lavorativo odierno..visto che oltre i 29 anni per le aziende non sei nessuno non potendoti sfruttare con i bandi di promozione del lavoro. In realtà io di stage ne ho fatti già abbastanza e ora sarebbe ora di qualcosa di valido ma neanche uno stage ora!
Comunque speriamo bene, e che questo settembre (che per me è il vero capodanno) possa portare qualcosa di buono.
Ciao a presto

Dalila ha detto...

Ho pensato la stessa cosa proprio ieri. A causa del mio poco tempo a disposizione (e anche della mia svogliatezza), mi sono ritrovata ad avere in testa non più dei capelli, ma un nido di vespe. Per fartela breve, ho dovuto necessariamente perdere 4 ore del mio tempo dal parrucchiere.

Questo mi guarda e mi fa: "Senti tesoro, i capelli sono completamente rovinati, qui ci vuole un trattamento alla cheratina che, guardando la lunghezza dei tuoi capelli, ti verrebbe sui 90 euro". "Coooosaaa???", faccio io, e lui mi fa: "Essì tesoro, la cheratina viene 1 euro al grammo e considerando che per i tuoi capelli ce ne vorrebbero una 90ina, il trattamento verrebbe sui 90 euro". SOLO il trattamento.

Mentre avevo chi mi pettinava da un lato e chi mi spennellava dall'altro, sentivo le varie assistenti parlare delle proprie sistemazioni, perché sì, sono più giovani di me e sono già sposate. Non che il matrimonio sia la mia ambizione nella vita, ma vivere sotto un tetto diverso da quello dei miei genitori sì.

E invece non lo posso fare perché, invece di fare la parrucchiera o l'estetista, ho scelto la "cultura". Volevo fare la grande. Sono diventata pure giornalista. Una giornalista che non lavora, però. Perché pagare per un'acconciatura sembra più che giusto, ma pagare per un articolo sembra uno spreco.

Quindi, che dirti, io e te viaggiamo in perfetta empatia.

Missartemisia1984 ha detto...

Nulla da aggiungere mia cara...davvero sulla stessa lunghezza d'onda.
ps. Per il trattamento, visto che ormai il taglio l'hai fatto, semplici impacchi di olio d'oliva pre-shampoo e vedi che aiutano.
Visto che le entrate sono quelle che sono...ultimamente ho imparato a ''spuntarmi'' i capelli da sola, per eventuali capelli bianchi...hennè..economico e naturale e shampoo al bicarbonato (alternato a quello industriale). Apprezzo il lavoro dei parrucchieri ma il mio portafoglio no! XD

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